Il 16 settembre 2024 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale (n. 217) il decreto-legge n. 131, un intervento normativo mirato a rispondere ad alcuni obblighi derivanti da atti dell’Unione Europea e alle procedure di infrazione e pre-infrazione che coinvolgono l’Italia. Tra i punti chiave del decreto spiccano le misure per contrastare l’abuso di contratti a tempo determinato, una questione di grande rilevanza, specialmente nei settori dell’istruzione e della ricerca pubblica.
Misure Contro l'Abuso di Contratti a Termine
L’articolo 12 del decreto introduce significative modifiche all’articolo 36 del decreto legislativo n. 165 del 2001, regolando la responsabilità risarcitoria per l’abuso di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato. In particolare, stabilisce che, in caso di utilizzo abusivo di contratti a termine, il risarcimento dovrà essere compreso tra un minimo di quattro e un massimo di ventiquattro mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento. Questa misura intende uniformare la risposta legale alla gravità della violazione, considerando il numero e la durata dei contratti a termine che si sono succeduti tra il dipendente e la pubblica amministrazione.
Opportunità per il Personale Precario della Scuola
Anche il personale scolastico precario – docenti, personale educativo e A.T.A. – che abbia prestato servizio in scuole pubbliche per almeno 36 mesi su posti vacanti e disponibili potrà ricorrere al Giudice del Lavoro per ottenere un risarcimento. Tale azione giudiziaria è di natura individuale e permette al personale di richiedere un indennizzo in base al danno subito per l’uso reiterato di contratti a termine in qualità di “supplente” su posti non coperti.
Prime Sentenze e Impatti Positivi
A pochi giorni dal deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia UE per l’abuso dei contratti a termine, sono già arrivate le prime pronunce dai tribunali del lavoro a favore dei precari che hanno presentato ricorso. Un esempio rilevante è la recente sentenza n. 471/2024 del Tribunale di Enna, che ha applicato per la prima volta il decreto "Salva Infrazioni" 2024, aumentando il risarcimento massimo da 12 a 24 mensilità. In questo caso, l’insegnante ricorrente ha ottenuto un indennizzo pari a 14 stipendi, per un totale di circa 32.000 euro.
Questa sentenza rappresenta un precedente importante e un cambiamento significativo per la tutela dei diritti dei lavoratori precari nel settore scolastico. Si tratta di un segnale positivo che potrà avere ripercussioni significative, offrendo una nuova speranza a chi si trova in situazioni di precarietà protratta.
Il decreto-legge potrebbe finalmente segnare un punto di svolta, rafforzando le tutele per chi lavora da anni in condizioni precarie e garantendo risarcimenti adeguati in caso di abusi nell’uso di contratti a termine. Un cambiamento atteso da molti e un passo avanti verso una maggiore giustizia per il lavoro temporaneo in Italia.
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